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Nonostante molte nostre rassicurazioni sentiamo molti pazienti che ancora preferiscono abbandonare l’aspartame, contro il quale si è diffusa una irragionevole paura, e non volendo credere neppure allo Steviaapprovato dalla Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare e preferire il fruttosio come zucchero naturale che comunque anche se meno calorico dello zucchero in rapporto al potere dolcificante è pur sempre calorico ( se siamo alla ricerca di una riduzione di peso).
L’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) in questi ultimi anni, ha svolto un poderoso lavoro di verifica su 2723 prodotti alimentari ed integratori alimentari oggetto di pubblicità salutistiche passando in rassegna da un lato quanto reclamizzato dalle aziende e dall’altro gli studi scientifici relativi per verificare la coerenza tra pubblicità e realtà.
Ebbene a proposito di aspartame forse il dolcificante più studiato del mondo oggetto di innumerevoli critiche, responsabile secondo alcuni di ogni malattia o quasi dal mal di testa al tumore, L’EFSA conclude che le accuse non sono mai riuscite ad ottenere prove se non aneddotiche mentre una molto ampia letteratura medica con una completa review del 2007 ha assolto con formula piena il celebre dolcificante. Prudenzialmente si è stabilito un limite di tolleranza di 40 mg/kg peso corporeo al giorno e consumato in questa dose ogni giorno per tutta la vita non fa male e superare questo limite in un giorno e per tutti i giorni dell’anno è molto molto difficile. Anche la pasta non fa male ma se ne mangio un chilo al giorno per tutto l’anno dovrò allargare le porte di casa. E’ sempre questione di quantità. L’ultimo studio che ha denunciato la cancerogenicità dell’aspartame nei topi è venuto dalla Italia (Soffritti et al. Ind. Am. J. Med. 2010). All’esame dell’EFSA lo studio ha dimostrato avere una serie di lacune metodologiche tali da non poter essere preso in considerazione per rivedere il precedente nulla osta dato dall’EFSA. L’aspartame si conferma sicuro, alle luce delle conoscenze passate e presenti.
Il fruttosio è uno zucchero naturale e l’EFSA emana un giudizio favorevole, ma con riserva. Si dimostra che questo edulcorante permette di ridurre la risposta glicemica post-prandiale, ma ci sono anche effetti collaterali quando l’uso del fruttosio diventa eccessivo :resistenza insulinica, dislipidemia (aumento dei trigliceridi nel sangue) e aumento del grasso viscerale. Tant’è che l’American Diabetes Association (associazione diabetologi americani) ha tolto il fruttosio dalle proprie liste di edulcoranti vietandone l’uso per i pazienti affetti da diabete, perché questo zucchero causa aumento di peso ed un incremento dei grassi nel sangue.
Il fruttosio, un monosaccaride presente nella frutta e nel miele, viene sempre più utilizzato dall’industria alimentare per poter scrivere le famose parole ”senza zucchero” che incantano sui propri prodotti e viene industrialmente prodotto dal glucosio contenuto nell’amido di granoturco.
Si è osservato in effetti un aumento dei livelli di colesterolo e colesterolo LDL, quando la dieta contiene alti livelli di fruttosio.
Inoltre, anche i trigliceridi aumentano in modo marcato, soprattutto nelle persone con problemi di insulina, dopo ingestione di fruttosio industriale. Fruttosio sì quindi ma con moderazione.